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« Usare oggetti più a lungo e prendersene cura riduce gli sprechi, in particolare quellodi materie prime ed energia »

Dunia Brunner
Dottore in giurisprudenza e specialista in economia circolare

conferenza stampa di Berna il 10 ottobre 2022

Introduzione

La coalizione «Lunga vita ai nostri oggetti» è nata da una constatazione condivisa da tutti i suoi membri: far durare i beni di consumo il più a lungo possibile è una strategia necessaria e accettata all’unanimità per limitare lo spreco di risorse. Ciononostante, esistono ancora svariati ostacoli che impediscono di superare il modello dell’“usa e getta”. Lo dimostra una recente indagine dell’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori nella quale il 97% degli intervistati dichiara di aver dovuto buttare via almeno una volta un oggetto ancora in buone condizioni, semplicemente perché il costo della riparazione era troppo alto o i pezzi di ricambio non erano disponibili[1]. Una situazione inaccettabile in un momento in cui le risorse dovrebbero essere preservate.

Ogni anno, lo smaltimento di molti articoli di uso quotidiano – che spaziano dagli elettrodomestici ai vestiti, agli smartphone ad altre apparecchiature informatiche – è fonte di inquinamento e di rifiuti. La Svizzera è un grande consumatore di materie prime e anche un grande produttore di rifiuti: si situa addirittura al terzo posto al mondo in termini di produzione di rifiuti elettronici[2] (23 kg per abitante nel 2020[3]). Eppure questo spreco potrebbe essere evitato.

Il problema? Al giorno d’oggi, ancora molti articoli presenti sul mercato non sono riparabili. Molti oggetti non possono essere smontati (come ad esempio molti articoli elettronici e i componenti saldati), i pezzi di ricambio non sono disponibili, il costo della riparazione o la complessità del processo rispetto all’acquisto di un nuovo modello è proibitivo, e l’incompatibilità tecnologica o la mancanza di aggiornamenti software rendono i dispositivi inutilizzabili.

Rapporti, indagini e sondaggi recenti confermano che esistono ancora molti ostacoli alla riparazione e al riutilizzo. Nel giugno 2022, Greenpeace Svizzera ha segnalato che il settore della vendita al dettaglio è in ritardo sul fronte dell’economia circolare[4]. Questa conclusione è stata confermata da un’indagine condotta dalla Federazione romanda dei consumatori sulle carenze degli stessi rivenditori nel settore delle riparazioni. Questo studio ha rivelato che la maggior parte degli apparecchi in garanzia che vengono riportati al servizio post-vendita a causa di un guasto apparentemente riparabile, nella maggior parte dei casi, non vengono esaminati e vengono semplicemente buttati via[5]. Questo nonostante vari sondaggi dimostrino che la popolazione sarebbe disposta a riparare di più[6]

Purtroppo, le attuali condizioni quadro incoraggiano soprattutto il riciclaggio e l’incenerimento piuttosto che la riparazione e il riutilizzo. Inoltre, molti attori del settore pubblico, dell’economia, e non governativi s’impegnano per un’economia sostenibile e circolare, senza riuscire però ad attuare i cambiamenti necessari per far fronte alle sfide ambientali odierne.

In questo contesto, il progetto di revisione della Legge sulla protezione dell’ambiente, elaborato in risposta all’iniziativa parlamentare « Sviluppare l’economia circolare in Svizzera », assume una grande importanza. Sebbene i politici non abbiano perso interesse per l’argomento – negli ultimi anni sono stati presentati in Parlamento una trentina di interventi su questo tema – questo è attualmente il progetto più promettente. È infatti l’unico che propone modifiche legislative per combattere l’obsolescenza, cioè l’invecchiamento precoce e indotto degli oggetti.

La presente coalizione intende sostenere e rafforzare le ambizioni di questo progetto di revisione di legge, facilitare le strategie esistenti e incoraggiare gli attori economici e politici a migliorare l’offerta in prodotti e servizi circolari. Da un lato, si vuole evitare che il consumatore non abbia altra scelta che gettare il prodotto dopo l’utilizzo; dall’altro, si vuole sostenere la transizione verso un’economia circolare su larga scala.

Sfide e contesto dell’economia circolare

L’economia circolare offre gli utensili necessari alla realizzazione dello sviluppo sostenibile.

Riutilizzare le bottiglie in vetro per la birra o il vino invece di riciclarle. Mettere a disposizione pezzi di ricambio e istruzioni dettagliate per riparare un’aspirapolvere o un telefono. Riutilizzare materiali provenienti dalla demolizione di un edificio per costruirne uno nuovo. Tutte queste attività fanno parte dell’economia circolare. 

    Si basa su un’idea semplice ma dalle molte implicazioni: mantenere il più a lungo possibile il valore di risorse, materiali e oggetti nell’economia. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso una serie di strategie:

    • ridurre il consumo di risorse naturali o materiali in termini assoluti o per unità di prodotto o servizio;
    • rallentare il consumo di risorse naturali o materiali estendendo la vita degli oggetti (riutilizzo, riparazione, ripristino, ecc);
    • chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti (riciclaggio o incenerimento).

    Per attuare queste strategie, i principi dell’eco-design o del design circolare devono essere integrati sistematicamente sin dalle prime fasi del ciclo di vita – nella progettazione, sviluppo e configurazione dei prodotti. Questi principi definiscono la quantità e la qualità dei materiali, nonché l’energia necessaria per la produzione e il funzionamento degli oggetti. I principi dell’eco-design definiscono inoltre le strategie circolari che devono essere applicate in seguito e le possibili opzioni di gestione alla fine del ciclo di vita.

    Schematische Abbildung der Kreislaufwirtschaft

    rappresentazione dell’economia circolare © UFAM

    Di norma, le strategie di riduzione e rallentamento dovrebbero essere considerate prima di pensare alla chiusura dei cicli dei materiali e dei prodotti. Questo ordine di priorità si ritrova nel piano di gestione dei rifiuti in Svizzera, il quale mette al primo posto la prevenzione della formazione di rifiuti, in seguito il riciclaggio e l’incenerimento e infine il deposito in discarica nel rispetto dell’ambiente. In breve, l’economia circolare implica innanzitutto l’attuazione di strategie per estendere la durata di vita dei prodotti (ciclo del prodotto, questioni relative al consumo e alla produzione sostenibili), prima di passare alle strategie per chiudere il flusso delle risorse (ciclo dei materiali e dei prodotti, questioni relative alla gestione dei rifiuti).

    La transizione verso un’economia più circolare può portare numerosi vantaggi: a livello ambientale (far fronte a problematiche quali i cambiamenti climatici e la perdita della biodiversità, migliorare la gestione delle risorse naturali), ma anche a livello economico (separare la crescita economica dal consumo di risorse, evitare i problemi di approvvigionamento, aumentare la resilienza agli shock esterni e l’innovazione, ecc.) e sul piano sociale (creare posti di lavoro, rafforzare il diritto dei consumatori, migliorare la salute, ecc.). Sebbene l’economia globale sia ancora in gran parte lineare, molti Paesi, ma anche città, regioni, aziende, associazioni e gruppi di cittadini si stanno mobilitando per sfruttare questi vantaggi e attuare rapidamente l’economia circolare. È il caso, ad esempio, dell’Unione Europea attraverso il suo piano d’azione 2020, che sta gradualmente dando i suoi frutti negli Stati membri.

    In Svizzera, la transizione verso un’economia più circolare è cominciata …

    Diverse città e cantoni stanno sviluppando piani d’azione o mettendo in atto specifiche strategie di economia circolare. Inoltre, molte innovazioni circolari stanno venendo sviluppate e adottate da start-up e aziende, insieme a svariate iniziative provenienti dalla società civile.

    A livello federale, l’idea di un’economia circolare s’impone più lentamente. Negli ultimi anni ci sono stati numerosi interventi parlamentari su questo tema, alcuni rapporti del Consiglio federale e vari progetti di ricerca scientifica. Nessuno di questi è tuttavia risultato in decisioni concrete. L’attuale revisione della Legge sulla protezione dell’ambiente (20.433), che mira a rafforzare l’economia circolare, potrebbe finalmente permettere di muovere i primi passi nella giusta direzione (vedi sotto).

    Tuttavia, la Svizzera è ancora profondamente radicata in una logica di buona gestione e recupero dei rifiuti. Orgogliosa, ad esempio, dei suoi tassi di riciclaggio, la nostra nazione sembra non voler riconoscere l’enorme quantità di rifiuti che produce (più di 700 kg per persona all’anno) e l’impatto ambientale del suo consumo. Per raggiungere il suo pieno potenziale, l’economia circolare richiede un passaggio dall’attuale logica che si concentra sulla fine del ciclo di vita dei prodotti (cioè sulla gestione dei rifiuti) a delle condizioni quadro che tengano conto dell’intero ciclo di vita. Da questo punto di vista, l’economia circolare è un’ampia strategia che comprende la decarbonizzazione del settore edilizio, la produzione e il consumo sostenibili, la riduzione dei rischi di approvvigionamento, una transizione socialmente equa, il miglioramento dei diritti dei consumatori, lo sviluppo regionale, l’istruzione e l’innovazione, ecc. 

    Per realizzare il suo massimo potenziale, l’economia circolare deve dare priorità alla prevenzione della formazione dei rifiuti e all’estensione della durata di vita degli oggetti (mantenere, riutilizzare, riparare, ripristinare, ecc.). Ciò dev’essere accompagnato dall’istituzione di condizioni quadro idonee a sostenere tali strategie. La coalizione “Lunga vita ai nostri oggetti!” è stata creata per contribuire a questo risultato.

    La revisione della Legge sulla protezione dell’ambiente, un primo passo nella giusta direzione…

    La coalition soutient fermement l’adoption de la révision actuelle et sera attentive à ce qu’elle ne soit pas vidée de sa substance lors des prochaines étapes du processus de décision. En particulier au sujet du cœur de la révision, l’art. 35i qui crée un embryon de droit sur les objets. Il permet en effet au Conseil fédéral de poser des exigences aux produits et emballages lors de leur mise sur le marché en fonction de leurs nuisances à l’environnement. Grâce à ces nouvelles dispositions, les consommateurs pourraient également enfin disposer d’informations leur permettant de faire un choix en connaissance de cause (indice de réparabilité, p. ex.). Ce texte propose aussi d’autres avancées importantes: prise en compte du cycle de vie des produits, mécanismes d’encouragement à la formation, aux projets pilotes, à des plateformes destinées à la préservation des ressources, développement d’un certificat concernant la consommation de ressources des bâtiments, prescription sur la valorisation matière des déchets, etc.

    …ma manca di ambizione!

    Tuttavia, molti aspetti legati all’estensione della durata di vita degli oggetti sono ancora assenti o non abbastanza ambiziosi:

    •  L’intero progetto rimane molto incentrato sulle strategie di riciclaggio ed incenerimento, mentre le strategie per prevenire la formazione dei rifiuti e estendere la durata di vita degli oggetti non vengono trattate o solo in minima parte. In quanto parte del diritto ambientale, questa revisione affronta quindi solo indirettamente le questioni della produzione e del consumo sostenibili.
    •  Quando queste strategie vengono trattate, sono oggetto di formulazioni potestative (« il Consiglio federale può… ») che, come l’esperienza dimostra, rischiano di rimanere al livello di una mera dichiarazione di intenti (ne sono esempio le disposizioni esistenti sulla prevenzione dei rifiuti).
    •  I termini utilizzati rimangono poco chiari o indefiniti (riutilizzo, riparazione, riciclaggio, rifiuto, ecc.). Inoltre, sono assenti indicazioni per dare priorità alle migliori opzioni di smaltimento (ad esempio, il riutilizzo prima del riciclaggio). 
    •  La revisione rimane troppo vaga riguardo le possibilità di sviluppare informazioni ed etichettatura dei prodotti in relazione alla riparazione: un indice di riparabilità dovrebbe essere esplicitamente menzionato.
    •  I punti che riguardano l’estensione della vita dei prodotti mancano di precisione e di strumenti di esecuzione (indice di riparabilità, diritto alla riparazione, diagnosi prima dello smaltimento o della demolizione, informazione per i consumatori, ecc.). Gli ostacoli alla riparazione e al riutilizzo non vengono affrontati. 
    •  Il testo è completamente privo di obiettivi quantitativi e di sistemi di controllo (soglie di energia grigia negli edifici, obiettivi di riduzione dei rifiuti o di consumo delle risorse, ecc.).
    •  A parte l’ambito edilizio, la Confederazione non assume il ruolo di modello e non presenta disposizioni specifiche che permettano ai Cantoni e ai Comuni di avvicinarsi all’obiettivo programmatico di questa revisione: la conservazione delle risorse naturali e il loro utilizzo efficiente in una logica di economia circolare.
    •  I canali di gestione dei rifiuti sono stati adattati (la cosiddetta responsabilità estesa del produttore), ma dovrebbero essere estesi ad altre categorie di oggetti e poter essere eco-modulati in base alle attività di recupero attuate.
    •  Non c’è nessuna disposizione che limiti la distruzione dei beni invenduti, un fenomeno che riguarda, tra l’altro, le piattaforme di commercio in linea.
    •  Non ci sono disposizioni per accelerare la diffusione degli imballaggi riutilizzabili.

    I punti menzionati qui sopra verranno portati avanti dalla coalizione «Lunga vita ai nostri oggetti!» durante il processo di revisione e saranno oggetto di proposte specifiche in seguito, sia nello sviluppo delle ordinanze d’esecuzione di questa revisione che attraverso ulteriori proposte legislative.

    Obiettivi ed azioni della coalizione


    I membri della coalizione “Lunga vita ai nostri oggetti!” condividono i seguenti obiettivi comuni:

    1. Combattere gli sprechi e l’inquinamento che derivano dalla distruzione prematura dei beni di consumi, prolungandone il ciclo di vita.
    2. Modificare le condizioni quadro affinché il mercato offra oggetti concepiti secondo i principi dell’economia circolare e rafforzare il ruolo che occupano la produzione e il consumo sostenibili nelle varie politiche settoriali (ambiente, economia, istruzione, agricoltura, ecc.).
    3. Fornire ai consumatori un accesso facile e conveniente alla riparazione e al riutilizzo, rendendoli una reale alternativa all’acquisto del nuovo.
    4. Sostenere lo sviluppo di una struttura economica formata da attori innovativi nei settori della riparazione, del riutilizzo e della condivisione di oggetti (compresi i programmi di riqualifica professionale) e valorizzare le iniziative esistenti

      Per raggiungere questi obiettivi, la coalizione riunisce innanzitutto gli attori coinvolti nella riparazione e nel riutilizzo degli oggetti in Svizzera, con l’obiettivo di promuovere lo scambio di informazioni. Insieme, l’intenzione è di portare avanti azioni politiche congiunte per integrare e sostenere il lavoro parlamentare in corso e mantenere la questione in cima all’agenda politica.

      Si prevede inoltre di realizzare azioni di comunicazione affinché questo tema, che è fondamentale per un’efficace transizione verso il consumo sostenibile, sia meglio compreso dal pubblico e maggiormente trattato dai media. Lo scopo è anche quello di trasmettere delle conoscenze dettagliate riguardo alle soluzioni previste per la Svizzera.

      In breve, la coalizione fa parte di un movimento costruttivo che vuole facilitare il processo decisionale a favore della transizione verso un’economia circolare su larga scala in Svizzera, affinché non rimanga solo un mercato di nicchia.

    Attuali membri della coalizione

    (per ordine alfabetico)


    ACSI – Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana

    L’ACSI – Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana – è un’associazione di difesa dei consumatori autonoma e indipendente (vedi Statuto) che opera senza scopo di lucro. Per questo non accetta pubblicità e reinveste tutte le entrate nelle attività che perseguono i suoi obiettivi. È membro attivo della Commissione federale del consumo (CFC) e collabora con le organizzazioni svizzere e europee che difendono i consumatori. Dalla sua fondazione avvenuta nel 1974, l’ACSI è impegnata a sensibilizzare, informare e formare i consumatori affinché possano effettuare scelte consapevoli e responsabili. L’associazione organizza dei Repair Cafés nella Svizzera italiana e sostiene a livello parlamentare l’estensione della garanzia legale sui prodotti.

    acsi.ch/riuso-e-ricido/


    APRÈS, réseau de l’économie sociale et solidaire

    APRÈS – la rete francofona per l’economia sociale e solidale (ESS) contribuisce dal 2003 a fare dell’economia una leva importante nella transizione verso una società rispettosa delle persone e della biosfera.

    Le circa 600 aziende aderenti a queste associazioni condividono valori e criteri fattuali comuni (economia circolare, redditività limitata, trasparenza, pubblica utilità, ecc.). Queste aziende sono attive in tutti i settori economici utili per una società sostenibile, dall’agricoltura alla sanità, passando per l’industria e l’edilizia abitativa. Possono avere diverse forme giuridiche e il loro obiettivo comune è quello di massimizzare il loro impatto positivo sulla società.itif sur la société.

    apres-ge.ch / apres-vd.ch / apres-bejune.ch

    ASAM – Association suisse des arts et métiers

    L’ASAM, l’Associazione svizzera delle arti e mestieri, si impegna dal 2019 per un’economia più sostenibile, vicina alle persone e all’ambiente. Attraverso le sue azioni a livello cantonale e federale, si batte per i quattro pilastri della sostenibilità (umanità e giustizia sociale, ecologia globale, economia equa e identità culturale) offrendo una vera alternativa politica alle tradizionali organizzazioni economiche di riferimento. Attualmente rappresenta la voce di 500 micro, piccole e medie imprese svizzere progressiste, che consulta direttamente per le sue posizioni.

    associationsuissedesartsetmetiers.ch

    ATA – Associazione Traffico e Ambiante 

    L’ATE si impegna giorno dopo giorno per una mobilità sostenibile e un clima salubre. Insieme ai nostri membri, creiamo un futuro degno di essere vissuto, anche per le generazioni future.

    www.ata.ch/

    Caritas Jura

    Caritas Jura è attiva da più di 50 anni con la missione di lottare contro ogni forma di precarietà. L’impegno contro lo spreco è da sempre una delle sue priorità, in particolare attraverso i negozi dell’usato. Questa dimensione si è ulteriormente rafforzata negli ultimi anni, in particolare grazie alla nuova area di vendita COMM9, una moderna e attraente vetrina dell’usato.
    Attraverso attività come bar di riparazione, officine di biciclette, recupero e recupero di donazioni, Caritas Jura si impegna per un ambiente più sostenibile e solidale. L’istituzione è partner dell’etichetta Caritas svizzera che garantisce un riciclaggio sostenibile e solidale nei suoi punti vendita. Obiettivi: 100% per il pianeta, 100% contro la precarietà.

    https://www.caritas-jura.ch/notre-engagement/notre-engagement-pour-l-environnement


    Circular Economy Switzerland

    Circular Economy Switzerland mira ad una Svizzera che fa la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare. Circular Economy Switzerland agisce come promotore per un nuovo movimento di economia circolare in tutta la Svizzera mettendo in rete gli attori del settore privato, della società civile, della politica e dell’amministrazione e promuovendo la cooperazione e lo scambio di conoscenze in tutti i settori e ambiti.

    Circular Economy Switzerland sostiene la coalizione attraverso il progetto « Rafforzare il discorso svizzero sull’economia circolare ». 

    circular-economy-switzerland.ch

    FRC – Fédération romande des consommateurs

    L’FRC, un’associazione per la tutela dei consumatori fondata nel 1959, lavora fin dalla sua creazione per combattere l’invecchiamento precoce degli oggetti. L’obiettivo è trovare soluzioni sul campo, fornire informazioni approfondite e fare pressione sugli attori politici ed economici per cambiare le regole del gioco. L’obiettivo è quello di evitare spese inutili da parte dei consumatori, prolungando la vita dei loro beni, e di limitare lo spreco di risorse e l’emissione di sostanze inquinanti derivanti dalla produzione e dallo smaltimento degli oggetti. A tal fine, l’eco-design, la riparabilità e il riutilizzo degli oggetti sono al centro della transizione da un’economia lineare basata su prodotti usa e getta a un’economia circolare che rallenta il ciclo dei materiali.

    frc.ch/duree-de-vie-des-objets


    Gemeinwohl-Ökonomie Schweiz

    Fondato a Vienna nel 2010, il movimento “economia per il bene comune” aiuta oggi le aziende, i comuni, le strutture educative e gli individui di tutto il mondo a orientare le proprie attività verso le esigenze del bene comune e la vulnerabilità del nostro pianeta. I quattro valori di « dignità umana », « giustizia sociale e solidarietà », « sostenibilità ecologica » e « trasparenza e democrazia » formano la matrice del bene comune, che offre una serie di indicatori e un processo collaudato a questo scopo. In Svizzera, circa 70 piccole e medie imprese e un comune hanno elaborato una valutazione dei beni comuni. Questi servizi sono disponibili presso l’associazione Gemeinwohl-Ökonomie Schweiz.

    gwoe.ch


    Greenpeace Suisse

    Greenpeace è un’organizzazione ambientalista internazionale e indipendente. In Svizzera è particolarmente impegnata in un’economia che promuove la longevità dei prodotti, la loro condivisione, il riutilizzo e la riparazione. Nell’aprile 2022 è stata presentata al Parlamento una petizione per il diritto alla riparazione, che sottolinea il desiderio della popolazione svizzera di riparare di più nonostante gli ostacoli. È anche rispettosa del clima, come dimostra lo studio sulla durata del prodotto e sulle emissioni di CO2.

    greenpeace.ch/reparation


    Impact Hub Switzerland

    Impact Hub Switzerland mira a promuovere l’innovazione sociale e la nascita di nuovi progetti imprenditoriali. All’interno dei suoi spazi di coworking e attraverso i suoi programmi, l’associazione riunisce cittadini, imprenditori e i principali attori della nostra società, incoraggiandoli a collaborare su problematiche attuali.

    impacthub.ch


    NoOPS (No Obsolescence Programmée Suisse)

    L’associazione NoOPS svolge diverse azioni volte a prolungare la vita degli oggetti, a ripararli e a reciclarli, al fine di combattere l’obsolescenza programmata. Ha una rete di raccolta di telefoni cellulari e tablet usati in tutta la Svizzera francese, con l’obiettivo di ricondizionarli e ridar loro valore. L’associazione collabora con diversi partner locali in questo processo: i telefoni raccolti vengono diagnosticati da Réalise, messi in vendita dopo il ripristino sulla piattaforma online Recommerce.swiss o smontati per recuperare i materiali al Renfile, il mercatino dell’usato del Centro sociale protestante.

    noops.ch


    Pro Natura

    Pro Natura è la più antica organizzazione per la protezione della natura della Svizzera e può contare su più di 170’000 membri. Oggi, Pro Natura gestisce circa 700 riserve naturali, una dozzina di centri natura in tutta la Svizzera e organizza delle attività di educazione ambientale per adulti e bambini. Inoltre, l’organizzazione dà voce alla natura sulla scena politica e attraverso le sue attività di comunicazione. Pro Natura è attiva a livello cantonale attraverso le varie sezioni, a livello nazionale con l’associazione centrale e a livello internazionale facendo parte della rete Amici della Terra (Friends of the Earth International).

    pronatura.ch


    sanu durabilitas

    sanu durabilitas è un think and do tank indipendente che promuove la transizione verso più sostenibilità in Svizzera. Insieme a partner del mondo scientifico, economico, politico, amministrativo e della società civile, la fondazione analizza gli ostacoli e individua soluzioni promettenti. Sviluppa e adatta queste soluzioni a esigenze specifiche. Elabora raccomandazioni e le trasmette ai responsabili delle decisioni e al pubblico in modo mirato.

    sanudurabilitas.ch/

    Swisscleantech

    Swisscleantech è un’associazione economica. Include oltre 500 membri di tutti i settori. I suoi membri sono impegnati nella protezione del clima e hanno firmato una dichiarazione a riguardo. Insieme mirano a mobilitare i politici e la società e a lavorare per una Svizzera neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO2 entro il 2050. Per far sì che l’economia diventi compatibile con il benessere dell’ambiente.

    swisscleantech.ch


    WWF Suisse

    WWF Svizzera è stato fondato nel 1961 a Zurigo. Ha sede a Zurigo e uffici regionali a Losanna e Bellinzona. Con circa 300.000 membri e donatori, è la principale organizzazione per la protezione della natura e dell’ambiente in Svizzera. Il WWF è impegnato nella conservazione della biodiversità, nella protezione del clima e nell’uso sostenibile delle risorse naturali entro i limiti del pianeta.

    wwf.ch

    Contatti

    ACSI – Associazione consumatricie consumatori della Svizzera italiana

    Antonella Crüzer,
    Segretaria generale
    a.cruezer@acsi.ch
    (italiano + tedesco)

    APRÈS c/o APRÈS-Genève

    Antonin Calderon,
    responsable Pôle Développement et promotion de l’ESS
    antonin.calderon@apres-ge.ch
    (francese)

     ASAM – Association suisse des arts et métiers

    Christophe Barman,
    membre du comité 
    cbarman@loyco.ch (francese)

    Léa Laveau,
    responsable Suisse romande
    lea.laveau@bluewin.ch (francese)

    Circular Economy Switzerland

    Kathrin Fuchs
    info@circular-economy-switzerland.ch 
    (tedesco)

    FRC – Fédération romande des consommateurs

    Laurianne Altwegg,
    responsable Environnement, Agriculture et Energie
    l.altwegg@frc.ch 
    (francese)

    Gemeinwohl-Ökonomie Schweiz

    Gaby Belz,
    coordinatrice consommation de l’association Economie pour le Bien Commun Suisse, membre du bord international du mouvement pour l’Economie du Bien Commun
    gaby.belz@gwoe.ch (tedesco)

    Greenpeace Svizzera

    Joëlle Herin,
    experte consommation et économie circulaire
    joelle.herin@greenpeaceorg
    (francese + tedesco)

    Impact hub Switzerland

    Jaira Guevara, Programme Lead Circular Economy Incubator Romandie
    jaira.guevara@impacthub.ch
    (francese)

     

    NoOPS

    Thomas Putallaz,
    président
    info@noops.ch
    (francese)

    sanu durabilitas

    Nils Moussu,
    chargé de programme économie circulaire
    nils.moussu@sanudurabilitas.ch
    (francese)

     

    Swisscleantech

    Gregory Germann,
    responsable politique climatique
    gregory.germann@swisscleantech.ch
    (tedesco)

    Associazzion Transporte e Ambiente

    Luca Maillard,
    spécialise évaluation éco-auto
    luca.maillard@verkehrsclub.ch
    (francese)

    Contatto

    7 + 15 =

      1.  Alliance des organisations des consommateurs (FRC, SKS, ACSI), Les consommateurs suisses réclament un indice de réparabilité, communiqué du 21 octobre 2021  ↑
      2.  Forti V., Baldé C.P., Kuehr R. et Bel G. Suivi des déchets d’équipements électriques et électroniques à l’échelle mondiale pour 2020: quantités, flux et possibilités offertes par l’économie circulaire. Université des Nations Unies (UNU)/Institut des Nations Unies pour la formation et la recherche (UNITAR) – Programme SCYCLE coadministré par l’Union internationale des télécommunications (UIT) et l’Association internationale des déchets solides (ISWA), Bonn/Genève/Rotterdam  
      3.  Urban Mine Platform,  http://www.urbanmineplatform.eu  
      4.  Greenpeace, Commerce de détail et économie circulaire: le chemin est encore long, juin 2022  
      5.  Fédération romande des consommateurs, Réparabilité | Appareil sous garantie: à peine acheter qu’il faut déjà le jeter, FRC Mieux choisir N°143, septembre 2022  
      6.  Voir notamment: Greenpeace, Droit à la réparation : une démarche en faveur de l’environnement largement soutenue par la population suisse, communiqué du 16 novembre 2021  

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